L’Italia è in allarme da Nord a Sud per la comparsa anomala del granchio blu.

Quest’animale marino proviene dal continente americano e la sua “invasione” nel Mar Tirreno e nell’Adriatico sta provocando ingenti danni all’acquacoltura. Come se non bastasse, ultimamente è stata identificata una seconda specie proveniente dal Mar Rosso e dall’Oceano Indiano.

Perché c’è allarmismo nei riguardi di questa specie considerata “aliena”? Come dobbiamo comportarci se ne vediamo uno in mare e, soprattutto, come possiamo fare per riconoscerlo?

In quest’articolo, ti spieghiamo nel dettaglio tutto ciò che c’è da sapere sul granchio blu e risponderemo alle domande dettate dalla curiosità sul nuovo esemplare marino che sta destando tanto clamore.

 

Cos’è il granchio blu?

Granchio blu cammina su tavole di legno.

Il granchio blu è originario del continente americano, identificato come crostaceo decapode della famiglia dei Portunidi. La sua pericolosità deriva dalle grandi dimensioni e dal fatto che si è scoperto essere una specie onnivora, particolarmente ghiotta di altri crostacei e molluschi.

I crostacei della famiglia dei Portunidi sono molto diffusi in tutto il mondo, vivono principalmente in ambienti marini, ma molti possono anche essere trovati in acque salmastre o dolci.

Hanno un corpo robusto e appiattito lateralmente, che è tipico dei decapodi. La parte anteriore del loro corpo è protetta da un carapace solido e spesso. Le loro zampe, chiamate “chele”, sono più grandi delle altre zampe. Queste chele sono utilizzate per afferrare il cibo e per difendersi dai predatori.

Le zampe posteriori sono appiattite a forma di remo per permettere loro di muoversi nell’acqua più facilmente. Secondo gli studi che si stanno effettuando negli ultimi mesi, la specie del granchio blu è massiccia, forte e praticamente priva di predatori naturali: tutti ingredienti che rendono molto più facile la graduale “invasione” che sta avvenendo nei nostri mari.

 

Com’è fatto il granchio blu?

 

Come già accennato nel precedente paragrafo, ha 10 zampe: le due anteriori sono le classiche chele e le due posteriori sono simili a delle pinne che gli permettono di muoversi nuotando. Il corpo è a forma di ellisse ed è dotato di due lunghe spine che si protendono lateralmente.

La caratteristica predominante che lo distingue da tutti i suoi “parenti” è il colore azzurro da cui ha preso il nome. Inoltre, anche nelle dimensioni è piuttosto diverso dai classici granchi di mare italiani. Infatti, il suo carapace può arrivare a misurare fino a 23 centimetri di larghezza.

I maschi e le femmine del granchio blu si distinguono per la forma dell’addome (tondeggiante per le femmine e snello per i maschi) e per le differenze di colore delle chele (il dito fisso dei maschi è blu, con punte rosse. Le femmine hanno una colorazione arancione con sfumature viola).

Il colore blu che caratterizza il guscio del granchio ha una spiegazione molto affascinante: questa sfumatura deriva da una miscela di pigmenti all’interno del guscio, tra cui l’alfa-crostacianina (interazione con un pigmento rosso) e l’astaxantina (carotenoide). Quando cuciniamo il granchio, l’alfa-crostacianina scompare dalla scena e lascia predominare l’astaxantina. Quest’ultima, a sua volta, regala al granchio quel meraviglioso colore rosso-arancio che ben conosciamo quando arriva nel piatto che mettiamo in tavola.

 

Dove si trova?

 

Nonostante la prima specie intercettata sia originaria del continente americano e la seconda abbia origini nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano, a causa della tropicalizzazione del clima, il granchio blu sta migrando sempre più rapidamente verso il Mar Tirreno e il Mar Adriatico in cui sta trovando un habitat ideale per vivere e far prosperare la specie.

Entrambe le tipologie di granchio blu trovano il loro habitat ideale tra gli ambienti lagunari e il mare aperto e possono sviluppare popolazioni estremamente abbondanti.

 

Come si comporta il granchio blu?

 

Primo piano granchio blu

I suoi comportamenti in natura sono simili a quelli degli altri granchi della stessa famiglia. Perciò, non è assolutamente necessario considerarlo “alieno” come fanno i mass media. Quello che però preoccupa molto, è il suo regime alimentare: è ghiotto di altri crostacei e molluschi: lupini, ostriche e, soprattutto, vongole. Questo sta mettendo in difficoltà gli allevatori del settore ittico. Purtroppo, non essendoci dei predatori che “si occupino in maniera naturale” del granchio blu (almeno per ora), sta diventando difficile tenere la specie alla larga dagli allevamenti di molluschi.

Sembrerebbe anche essere più aggressivo dei suoi simili: non ha paura di usare le chele per cacciare e difendersi e pare che sia stato riscontrato che sia capace di danneggiare anche le reti da pesca più fragili e sottili.

In ogni caso, di fronte all’essere umano mantiene integra la tipica caratteristica di scappare e nascondersi (a meno che non gli si dia particolarmente fastidio).

 

Perché è scoppiato l’allarmismo sull’invasione?

 

Secondo le stime fatte in Veneto, quest’anno, a causa dell’invasione del granchio blu, si segnerà un -80% di produzione di vongole. Il rischio di cui parla il Presidente Zaia è che si venga a stravolgere un profilo identitario e non si riescano più a coltivare le vongole nella laguna.

Quello che però nessun media divulga, è che questa specie pare essere presente in Europa (e soprattutto in Francia) già dagli inizi del 1900. La differenza, ad oggi, sta nel boom demografico che sembra essere avvenuto senza un motivo apparente. La verità, però, è che le principali cause dell’aumento di presenza del granchio blu in Italia derivano principalmente da:

  • L’aumento delle temperature
  • Lo snaturamento delle nicchie biologiche

Non è certo colpa del granchio blu se oggi il nostro clima è diventato talmente tropicale da spingerlo a migrare e occupare i nostri mari…

Se proprio sentiamo l’esigenza di trovare un colpevole in questa storia, il dito va puntato contro noi stessi e contro la nostra incapacità nel gestire la crisi climatica.

Se c’è un aspetto cruciale per il quale dobbiamo preoccuparci laddove il granchio blu dovesse realmente minare la sopravvivenza dei molluschi, riguarda il ruolo importante che questi ultimi svolgono nella lotta contro i cambiamenti climatici. Per questo la loro permanenza nei nostri mari va tutelata con estrema attenzione.

 

Pro e contro della nuova specie

Reti da pescatore

Ciò di cui ci rendiamo conto è che, a causa del terrorismo mediatico insidiatosi nei mesi, i consumatori potrebbero non essere pienamente consapevoli del valore che potrebbe avere il granchio blu per la crescita dell’economia italiana.

Il granchio reale è un ospite gradito nel nostro paese ormai da molto tempo: lo utilizziamo (importato) in numerose ricette. Lo sai qual è la specie maggiormente importata e consumata in Italia? Proprio quella del granchio blu perché è la più facile da reperire già pulita e sgusciata. Incredibile, vero? L’animale marino che oggi tanto temiamo, finisce da tempo nei nostri piatti e lo paghiamo anche profumatamente nei migliori ristoranti.

Come gli amanti della cucina sapranno, tutte le tipologie marine appartenenti a questa famiglia attraversano una fase di muta nella quale diventano moleca (negli USA è noto come soft-shell crab).

La moleca di granchio è molto pregiata e ha un costo, in Italia, che oscilla tra i 50 e i 70 euro al chilo.

Va da sé comprendere che estendere e incrementare la commercializzazione del granchio, soprattutto quello blu del quale al momento i nostri mari abbondano, potrebbe portare enormi benefici economici al settore ittico e anche a quello gastronomico.

Fermiamoci un secondo a riflettere: quant’è facile lamentarci quando le cose che accadono sono fuori dal nostro controllo quando poi, negli anni, noi stessi abbiamo deciso (senza mai chiedere il permesso alla natura) di introdurre nei nostri mari alcune specie di animali marini? Moltissime delle specie introdotte per artificio, hanno contribuito enormemente alla crescita dell’economia italiana (e ancora oggi continuano a farlo).

 

Come si mangia?

 

Partiamo subito con la risposta alla domanda più gettonata: il granchio blu è commestibile? Assolutamente sì e, al contrario delle false credenze e di tutte le fake news che stanno girando in merito, non è portatore di nuovi virus letali.

Esattamente come qualsiasi granchio, anche le specie di colore blu prevedono un procedimento specifico per essere cotti, sgusciati e mangiati.

  • Prima di tutto, specifichiamo che i granchi migliori da mangiare sono i maschi. Una volta acquistati, vanno lavati sotto l’acqua corrente e poi cotti in acqua bollente
  • Dovranno bollire per 5-6 minuti e poi essere scolati e raffreddati completamente
  • Una volta raffreddati, sarà possibile rimuovere le chele ruotandole nel senso inverso a quello in cui sono indirizzate
  • Separare il guscio inferiore da quello superiore sarà necessario per permetterti di prelevare la polpa di cui avrai bisogno per le tue ricette
  • Branchie e interiora andranno rimosse e bisognerà conservare solo la polpa
  • Adesso che hai ottenuto la polpa, utilizzala con creatività nei piatti che desideri realizzare

Che si tratti di insalate, zuppe, risotti o frittate, la polpa di granchio è molto gustosa, delicata e pregiata: renderà ogni tua ricetta una vera prelibatezza al sapore e al profumo di mare.

 

Proprietà nutrizionali

 

Granchio blu cammina sulla terra

La polpa di granchio è davvero interessante dal punto di vista nutrizionale. Innanzitutto, è una fonte di proteine ad alto valore biologico: con 18,1 g per ogni 100 g di parte edibile. Questo la rende particolarmente utile per soddisfare le necessità di amminoacidi essenziali nel corpo.

Per quanto riguarda i grassi, la quantità è piuttosto limitata: solo 1,08 g per ogni 100 g di parte edibile. Tuttavia, va notato che contiene un certo livello di colesterolo. Pertanto, potremmo considerare la polpa di granchio come un alimento da consumare con cautela se si soffre di ipercolesterolemia.

I carboidrati sono presenti solo in tracce, il che la rende una scelta a basso contenuto di carboidrati.

Dal punto di vista calorico, la polpa di granchio ha un basso apporto energetico: con solo 87 kcal per ogni 100 g di parte edibile. Questo la rende un’ottima scelta per una dieta ipocalorica.

Inoltre, è ricca di alcune tra le principali vitamine: B1 (0,08 mg/100 g), PP (2,7 mg/100 g) e vitamina A (5 IU), oltre a vari minerali come il calcio (84 mg/100 g), fosforo (229 mg/100 g), potassio (329 mg/100 g), sodio (293 mg/100 g), zinco (3,54 mg/100 g) e selenio (37,4 mg/100 g), che contribuiscono a soddisfare le nostre esigenze nutrizionali.

A tal proposito, vogliamo lasciare un suggerimento a chiunque sia arrivato fino alla fine della lettura di quest’articolo: se provassimo a fare altrettanto con il granchio blu affinché si trasformi da temuto nemico a potente alleato?

0
Ti è piaciuto l'articolo? Lascia un commentox