La perla, la gemma più affascinante del regno marino, ha affascinato l’umanità per secoli, non solo per la sua bellezza, ma anche per il modo curioso e singolare con il quale si forma all’interno delle ostriche.
In questo articolo, scopriremo in che modo si innesca il processo di nucleazione, tutte le curiosità sulle perle, le differenze tra quelle naturali e quelle coltivate e le tecniche utilizzate per estrarle dalle ostriche.
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Cosa sono le perle?
Le perle sono gemme preziose prodotte all’interno delle ostriche. Il processo di formazione di una perla inizia quando un un parassita, considerato un irritante dall’ostrica, penetra all’interno del guscio mettendo in pericolo il muscolo del mollusco. In risposta a questa intrusione, l’ostrica inizia a secernere strati di nacre, o madreperla, intorno all’irritante. Nel corso del tempo, questi strati si accumulano, formando la perla.
La madreperla
La madreperla è il rivestimento interno della conchiglia dell’ostrica e crea una superficie lucida e iridescente che protegge l’animale dai danni esterni.
La madreperla è composta principalmente da cristalli di aragonite, una forma cristallina del carbonato di calcio, legati insieme da una matrice organica di proteine come la conchiolina. Questi cristalli sono organizzati in strati microscopici, che riflettono la luce in modi complessi ed estremamente affascinanti, è proprio in questo modo che si crea l’effetto iridescente caratteristico della madreperla e delle perle.
Un aspetto affascinante della madreperla è la sua capacità di rigenerarsi: se la conchiglia viene danneggiata, il mollusco può ripararla secernendo ulteriori strati di madreperla. Gli strati di aragonite e la matrice organica sono così strettamente legati da rendere la madreperla particolarmente resistente agli urti. Questa struttura complessa è il risultato di milioni di anni di evoluzione, perfezionata per proteggere il mollusco dalle avversità ambientali.
Come si crea una perla: il processo di nucleazione
Le perle naturali si formano quando un corpo estraneo, generalmente un piccolo parassita, penetra all’interno dell’ostrica attraverso la sua delicata membrana. In risposta a questa intrusione, l’ostrica (impossibilitata ad espellere l’intruso più grande e/o più pesante semplicemente sputandolo fuori con l’acqua), per proteggersi da irritazioni e infezioni, rilascia un fluido chiamato nacre, composto principalmente di carbonato di calcio, che circonda, riveste e isola il corpo estraneo. Nel corso del tempo, il nacre si accumula in strati concentrici intorno all’irritante, creando così una meravigliosa perla.
Nel caso delle perle coltivate, l’intervento umano sostituisce il processo naturale: gli agricoltori di perle inseriscono deliberatamente un nucleo o un innesco all’interno del muscolo dell’ostrica. Questo nucleo può essere costituito da frammenti di conchiglie o materiale sintetico. Una volta impiantato, l’ostrica inizia a produrre nacre attorno al nucleo, seguendo lo stesso principio di difesa e protezione che si verifica in natura. La dimensione, la forma e la posizione del nucleo influenzeranno direttamente la forma e le specifiche caratteristiche della perla.
Differenze tra perle coltivate e perle naturali
La principale differenza tra perle coltivate e perle naturali è il tempo e la certezza della produzione. Mentre le perle naturali possono impiegare anni a formarsi e sono estremamente rare, quelle coltivate possono essere prodotte in tempi relativamente brevi a seconda del tipo di perla e di ostrica.
Come capire se una perla è vera o finta?
Le perle vere, siano esse naturali o coltivate, hanno una superficie caratteristicamente ruvida dovuta alla struttura della madreperla, composta da microscopici cristalli di aragonite legati da una sostanza organica chiamata conchiolina. Al contrario, le perle finte, spesso realizzate in plastica, o altri materiali sintetici, hanno una superficie liscia e perfettamente levigata.
Le perle vere hanno una lucentezza e un’iridescenza unica che è il risultato dei numerosi strati di madreperla da cui sono state create. Le perle finte, per quanto possano essere state ben fatte, tendono ad avere una lucentezza più artificiale.
Per una verifica più accurata, si può ricorrere alla prova del foro. Osservando attentamente il foro delle perle vere attraverso il quale passa il filo della collana, si possono notare piccole scaglie o strati di madreperla intorno ai bordi. Nelle perle finte, invece, la stratificazione è completamente assente intorno ai fori.
In caso di dubbi, la verifica più sicura è quella fatta da un gioielliere o un gemmologo esperto. Questi professionisti possono utilizzare strumenti specifici che permettono di analizzare la struttura interna della perla e determinarne l’autenticità con estrema precisione.
Le varie tipologie di perle
I principali tipi di perle si dividono in perle di acqua dolce e perle di acqua salata, ognuna con caratteristiche specifiche che ne determinano l’aspetto, il valore e la rarità
Perle di acqua salata
- Perle Akoya: sono forse le più conosciute e utilizzate nelle gioiellerie classiche. Originarie del Giappone e della Cina, queste perle sono coltivate nelle ostriche Pinctada fucata. Le Akoya sono rinomate per la loro lucentezza brillante e la forma perfettamente rotonda. Il loro colore varia dal bianco al crema, spesso con riflessi rosa, argentati o dorati. Le dimensioni delle perle Akoya variano tipicamente tra i 2 e i 10 millimetri.
- Perle dei mari del sud: coltivate principalmente in Australia, Indonesia e Filippine, le perle dei Mari del Sud provengono dalle ostriche Pinctada maxima. Queste perle sono tra le più grandi e costose al mondo, con dimensioni che possono raggiungere i 20 millimetri. I colori variano dal bianco argenteo al dorato intenso.
- Perle Tahitiane: conosciute anche come perle nere, sono coltivate nelle acque della Polinesia Francese. Derivano dalle ostriche Pinctada margaritifera e sono famose per la gamma di colori scuri che spaziano dal grigio al nero, con riflessi verdi, blu, viola e persino rosa. Queste perle hanno una dimensione che varia tra i 8 e i 18 millimetri.
- Perle Mabe: sono semisferiche e coltivate attaccandole alla parte interna del guscio dell’ostrica. Principalmente prodotte in Giappone e Indonesia, queste perle sono utilizzate spesso per realizzare orecchini e anelli. Hanno una forma e una lucentezza particolarissime, con dimensioni che variano dai 10 ai 20 millimetri.
Perle di acqua dolce
Prodotte principalmente in Cina, le perle di acqua dolce sono coltivate soprattutto nei molluschi Hyriopsis cumingii. Sono conosciute per la versatilità in termini di forma e colore, le dimensioni variano dai 2 ai 15 millimetri. Le più diffuse sono le perle Biwa, originariamente coltivate nel lago Biwa in Giappone, hanno una forma allungata e irregolare e sono apprezzate per la particolare iridescenza.
Curiosità sulle perle
Oltre al valore estetico e simbolico, le perle nascondono una serie di curiosità affascinanti che svelano il loro ruolo non solo come gioielli preziosi, ma anche come elementi culturali, storici e scientifici di grande importanza. In questo paragrafo esploreremo da vicino le curiosità più interessanti.
L’origine della parola “perla”
L’origine della parola “perla” risale al latino e deriva dalla parola “pirum,” che significa “pera,” richiamando la forma irregolare di molte perle, che può ricordare vagamente quella del frutto.
Il falso mito dei granelli di sabbia
Quando un granello di sabbia entra accidentalmente nel mollusco, l’ostrica lo percepisce e, nella maggior parte dei casi, riesce a liberarsene semplicemente sputando l’acqua. Il tessuto del mollusco è progettato per difendersi da questi piccoli intrusi, considerandoli raramente come una minaccia significativa.
La formazione di una perla autentica inizia quasi sempre con l’ingresso di particelle ben diverse dai granelli di sabbia. Parassiti, frammenti di conchiglia o altri materiali organici possono invece riuscire a penetrare nel mollusco ed essere difficili da espellere in modo naturale.
Le perle non sono tutte sferiche e bianche
Queste meravigliose gemme dei mari possono esibire una gamma sorprendente di tonalità, dal nero intenso delle perle di Tahiti ai dorati e champagne delle perle dei Mari del Sud, fino ai rosa, lavanda e persino verdi delle perle d’acqua dolce. Il colore di una perla dipende da diversi fattori, tra cui la specie di mollusco, le condizioni dell’acqua, la qualità del mantello e persino la natura del nucleo attorno al quale si forma la perla.
Inoltre, nonostante sia nostra abitudine immaginarle di forma perfettamente sferica, la verità è che le perle naturali possono assumere tante forme irregolari differenti che le rendono ancora più uniche e preziose.
Le ostriche commestibili non producono perle
Innanzitutto, bisogna specificare che in natura esistono più di 150 varietà di ostriche e non tutte producono perle.
Le ostriche commestibili, appartenenti principalmente alla specie Crassostrea gigas (ostrica del Pacifico) e Ostrea edulis (ostrica europea), sono allevate e pescate prevalentemente per il consumo gastronomico umano e sono rinomate per la loro carne delicata e saporita ma non producono perle.
Queste ultime sono prodotte da un’altra famiglia di ostriche, appartenenti al genere Pinctada. Le specie più note includono:
- Pinctada margaritifera (ostrica perlifera delle Isole del Pacifico)
- Pinctada maxima (ostrica a labbra d’argento e a labbra d’oro dei Mari del Sud)
- Pinctada fucata (ostrica Akoya)
La differenza principale risiede nel tipo di epiteliomorfo che questi molluschi possiedono: le ostriche perlifere hanno epiteli specializzati che secernono la madreperla in maniera tale da creare una perla, mentre le ostriche commestibili hanno un apparato che non si presta a questa funzione.
Più l’ostrica invecchia, più la perla diventa preziosa
Il processo di formazione della perla può durare anni e ogni strato aggiuntivo di madreperla contribuisce a creare una perla più grande, più lucente e più preziosa. Sono inevitabilmente più pesanti e questo ne influenza fortemente il valore.
In generale, le ostriche hanno una vita abbastanza lunga rispetto ad altri molluschi, il che le rende importanti per l’ecosistema marino in cui vivono, svolgendo ruoli fondamentali nella filtrazione dell’acqua. In condizioni naturali, possono vivere fino a 20-30 anni, a seconda delle specie e delle condizioni ambientali. Le ostriche coltivate possono vivere in media da 3 a 7 anni.
Uso delle perle nella storia
Nell’antica Cina si consideravano le perle un privilegio esclusivo dei sovrani, mentre gli indiani celebravano la loro origine divina. Per millenni, le perle hanno ornato gli indumenti di uomini e donne, svolgendo un ruolo rilevante anche come valuta di scambio accanto a diamanti e smeraldi.
Le spedizioni di Alessandro Magno in Asia hanno segnato l’inizio dell’apprezzamento occidentale per queste gemme del mare, un successo che si è poi diffuso rapidamente. Per i Romani, le perle erano emblema di status e ricchezza, mentre gli antichi Greci le utilizzavano nelle cerimonie nuziali come simbolo di purezza e amore. Nella cultura araba, erano considerate uno dei più grandi tesori del paradiso.
Solo coloro dotati di immense ricchezze potevano permettersi di indossare e mostrare gioielli impreziositi da queste gemme. Le matrone romane le adoravano su orecchini, collane e spille; successivamente, imperatori romani e bizantini hanno adornato le proprie corone e diademi, emulando i sovrani orientali.
Prelevare le perle nelle ostriche causa danni ai molluschi?
A differenza dei mammiferi che posseggono un sistema nervoso centrale, le ostriche ne sono prive e perciò non avvertono il dolore nello stesso modo in cui lo proviamo noi. Nonostante ciò, il muscolo dell’ostrica è dotato di numerosi organi vitali che possono facilmente essere compromessi fino a causarne la morte qualora il prelievo delle perle avvenga nella maniera scorretta. Per tale ragione, bisogna effettuare la perlicoltura senza improvvisare e, soprattutto, nel massimo rispetto dell’ostrica. I perlicoltori sono estremamente delicati al momento dell’estrazione e, per effettuare l’operazione con maggior cura e nel massimo rispetto del mollusco, usufruiscono spesso anche di strumenti chirurgici che rendono l’estrazione meticolosa, sicura e responsabile.